Invito per celebrazione: Visioni terresti e celesti. La pittura di Giovanni Bellini a 500 anni dalla morte

Data:
5 Dicembre 2016

“Giovanni Bellini – il ‘Giambellino’ (Venezia 1433ca.-1516) – è stato giustamente considerato il più grande pittore dell’Europa moderna: nasce bizantino e gotico (per tutta la vita si riterrà un esecutore d’icone sacre), matura come il più raffinato esponente del disegno quattrocentesco (pari a Piero della Francesca) e finisce col divenire un pittore di sola potenza cromatica, senza più bisogno di un tracciato grafico a guidarne la mano, maestro di Giorgione, anticipatore di Tiziano e forse più grande di quest’ultimo. A Rimini ha lasciato il Cristo morto sorretto da quattro Angeli – la celebre Pietà del Museo della Città “Luigi Tonini” – una probabile committenza di Sigismondo Pandolfo Malatesta per la prima Cappella a sinistra del Tempio Malatestiano, (quella degli Antenati e delle Sibille, intitolata però a ‘li Martori’ cioè alle sofferenze di Cristo), tavola giunta quando il Signore era già morto. Un capolavoro assoluto del Bellini che fu maestro di molti artisti gravitanti a Rimini: Lattanzio, Benedetto Coda e la sua numerosa famiglia, furono tra i discepoli e i collaboratori diretti. Nella pittura di Bellini vi è proprio l’idea del paradise now, del paradiso realizzato in terra, nelle luci dell’orizzonte terrestre dove baluginano le perfezioni celesti. G.C. F. Villa è il massimo esperto di Bellini e della pittura rinascimentale veneta in ambito accademico italiano ed europeo; M. Pulini e A. Giovanardi, già nel 2012, con Marco Bona Castellotti, dedicarono una mostra alla Pietà riminese di Bellini”.

Giovanni Carlo Federico Villa, direttore dei Musei Civici di Vicenza, è docente di Storia dell’Arte Moderna e di Museologia e storia della Critica d’Arte presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo. Studioso di pittura veneta del Rinascimento dal 2005 al 2013 è stato curatore per le Scuderie del Quirinale di Roma dove ha realizzato le mostre Antonello da Messina (2006), Giovanni Bellini (2008), Lorenzo Lotto (2011), Tiziano (2013), mentre a Bergamo porta la sua firma la straordinaria esposizione dedicata a Palma il Vecchio. Lo sguardo della bellezza (Accademia di Carrara, 2015). Ha inoltre curato le mostre Cima da Conegliano, poeta del paesaggio per Palazzo Sarcinelli a Conegliano (2010), ripetuta poi al Palais du Luxembourg di Parigi nell’aprile 2012; Maîtres vénitiens et flamands. Bellini, Titien, Canaletto, Van Eyck, Metsys, Jordaen per il Palais es Beaux-Arts di Bruxelles (2011). Tra le molte pubblicazioni, ricordiamo almeno le monografie Indagando Mantegna (Mantova 2007), Giovanni Bellini (Milano, 2008), Lorenzo Lotto (Milano, 2012), Venezia, l’altro Rinascimento (Einaudi, Torino, 2014). Nel 2012 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Massimo Pulini, docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è dal 2011 Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, per cui ha ideato la Biennale del Disegno giunta alla II Edizione (2014;2016). Pittore e scrittore, storico e critico d’arte è uno dei più fini e accreditati conoscitori della cultura figurativa della Riforma cattolica e del Barocco. Autore di mostre e volumi monografici su Guercino, Andrea Lilio, Ginevra Cantofoli, Simone Cantarini, Guido Cagnacci e Sassoferrato ha individuato un ritratto inedito di Michelangelo Merisi da Caravaggio della cui scoperta racconta in margine al testo teatrale Caravaggio nerofumo (2010). Per il Comune di Cesena ha curato l’esposizione iconografica La Croce, la testa e il piatto. Storie di San Giovanni Battista. Dipinti del Seicento dalla collezione Koelliker (2010) ed è l’ideatore della serie di mostre e cataloghi “Raccolte riservate di grandi antiquari” (2010-2014). Saggista elegante e acuto ha all’attivo una serie di libri dedicati al tema dell’assenza nella pittura antica: Il doppio sguardo (2002), La mano nascosta (2004), La parte muta (2006), La coperta del tempo (2008). Pulini è inoltre fautore di una pittura “saggistica”, formatasi in un lungo, autonomo tragitto di ricerca, sempre in dialogo con la storia dell’arte e con la memoria pittorica e archeologica, che lo ha portato ad allestire originali personali in Musei italiani, francesi e inglesi. Nel 2000 è stato invitato, a partecipare all’importante rassegna retrospettiva Novecento. Arte e Storia in Italia, allestita presso le Scuderie del Quirinale a cura di Maurizio Calvesi e Paul Ginsborg (Skirà). Nel 2002, su commissione dei Musei Vaticani, ha realizzato la decorazione della volta di una delle stanze degli appartamenti papali, dipingendo due angeli reggistemma nel vestibolo della biblioteca del pontefice, mentre nel 2007 è autore delle immagini del nuovo Lezionario della Chiesa Cattolica.

Alessandro Giovanardi , docente di Arte Sacra e di Iconografia e Iconologia presso gli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Rimini, San Marino e Montefeltro e di Monte Berico (Vicenza), è ricercatore presso l’Università Medicina Integrata Economia e Ricerca di Milano, e ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Rimini. Laureato in Filosofia all’Università di Bologna con una tesi sul pensatore russo Pavel Florenskij, ha ottenuto il dottorato di ricerca in Scienze del testo/Scienze filosofiche all’Università di Siena, con una ricerca sullo storico e filologo russo Vladimiro Zabughin; qui ha anche conseguito il master scientifico-culturale di II livello in Estetica, con un saggio sul bizantinista anglo-americano, John Lindsay Opie. È stato borsista presso l’Istituto Veritatis Splendor di Bologna (corso di arte sacra tenuto da Timothy Verdon, 2007) e presso l’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara (Convegno su Aby Warburg, 2012). È autore di brevi saggi che trattano il rapporto tra filosofia e arte nel pensiero russo (Florenskij, Evdokimov, Zabughin), e in quello italiano più attento alla dimensione simbolica (Cristina Campo ed Elémire Zolla). Da tempo s’interessa al rapporto tra la pittura e le fonti filosofiche, religiose e letterarie, spaziando dall’iconografia bizantina all’età contemporanea. Per il III e il IV volume della Storia della Chiesa di Rimini ha redatto i saggi dedicati alla pittura del Trecento (2011) e del Settecento (2013). Ha curato, tra l’altro, le mostre e i cataloghi Picasso ceramiche e incisioni (Rimini, 2006), La Traccia e l’Immagine (Rimini, 2007-2008), Lo Specchio del Mistero. L’icona russa tra XVIII e XX secolo (Rimini, 2008), Un filo rosso tra le dita. L’Annunciazione nell’Oriente cristiano (Vicenza, 2008-2009), La Natura e la Grazia (Cesena, 2012), Il Visibile Narrare (Cesena, 2013-14), ed è tra i curatori membri del Comitato Scientifico della Biennale del Disegno di Rimini per cui ha realizzato le mostre Cesare Pronti. Il disegno dipinto, (con I. Balducci, Biennale del Disegno, Rimini, Oratorio di San Giovannino, 2016) e Pino Pascali. Leggerezza e fasto del disegno, (con E. Frattarolo, Rimini, Galleria dell’Immagine, Biblioteca Gambalunga, 2016). Sul versante filosofico e letterario ha scritto i saggi «Pietas» e bellezza. L’arte sacra in Cristina Campo (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2007) e John Lindsay Opie. Estetica simbolica ed esperienza del Sacro (Prefazione di Boris Uspenskij, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2011). Per l’ARCO, periodico della Fondazione CARIM, ha curato i numeri monografici Bitino da Faenza. Storia, arte e simboli, 2010, I Maestri e il Tempo. Scritti di storia dell’arte, 2013, Lo splendore delle lacrime. Una nuova «Pietà» di Benedetto Coda, 2015. A sua cura ha recentemente pubblicato l’antologia di saggi di John Lindsay Opie, Nel mondo delle icone. Dall’India a Bisanzio (Prefazione di Bruno Toscano, Jaca Book, Milano, 2014).

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